Potrebbe essere un fertilizzante la causa dell’inquinamento del fiume Marta. Un digestato che il proprietario del terreno situato a Tuscania avrebbe acquistato due giorni prima di quello che è stato definito come un disastro ambientale che ha portato al sequestro dello stesso campo, dopo la moria di pesci e una fitta schiuma bianca.
L’INDAGINE. Bisognerà però attendere i risultati delle analisi delle acque, dopo i campionamenti da parte del Comune di Tuscania e dell’Arpa Lazio per avere un quadro certo della situazione. Il proprietario del terreno individuato in località San Savino come punto di origine dello sversamento del veleno nel fiume, avrebbe acquistato il fertilizzante due giorni prima del fatto avvenuto il 18 febbraio scorso. Potrebbe pertanto essere proprio questa sostanza ad aver inquinato le acque. Dopo un vertice in Prefettura in cui si è deciso di costituire un tavolo tecnico permanente sulle problematiche del fiume Marta, proseguono le indagini da parte dei Carabinieri del gruppo forestale.
«La situazione del fiume Marta, a livello visivo, pare essersi normalizzata – spiega sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci -. Continuano in modo costante i controlli, ma permane l’ordinanza di divieto dell’uso dell’acqua, per l’abbeveraggio degli animali e l’irrigazione dei terreni, firmato da me e dai miei colleghi di Tarquinia e Monte Romano. Fino a che non sappiamo di preciso quale veleno sia finito nel fiume non possiamo revocarla o prendere altri provvedimenti in merito. Le indagini proseguono – conclude – e ognuno, con le proprie competenze, sta lavorando duramente affinché il problema venga risolto del tutto». (agg. il 03/03 ore 14,47)
LAVORI AL COBALB E LA MOZIONE. Intanto a Tarquinia scoppia la polemica sulla vicenda del fiume Marta. «Lasciamo le chiacchiere alla signora Marzoli, noi pensiamo a risolvere i problemi di Tarquinia», affermano all’unisono il sindaco Pietro Mencarini e il consigliere comunale incaricato all’Ambiente Silvano Olmi in merito alle critiche mosse dall’operatrice balneare sulla difesa e la salvaguardia del fiume. «Lo sgangherato attacco della Marzoli lo rispedisco tranquillamente al mittente – dichiara il primo cittadino – dall’inizio del mandato stiamo lavorando, fianco a fianco con gli operatori turistici, per fare un fronte comune e risolvere, una volta per tutte, il problema inquinamento del fiume Marta. Nel prossimo consiglio sarà portata la mozione, proposta peraltro dalla stessa Marzoli durante uno degli incontri promossi dalla nostra amministrazione comunale, che impegna me e la Giunta su alcuni punti fondamentali». «Ovviamente – precisa Mencarini – essendo il testo molto datato, il consigliere Olmi e l’assessore Laura Sposetti lo hanno aggiornato alle recenti novità. Una é quella che sono iniziati i lavori all’impianto di depurazione del Cobalb, che raccoglie gli scarichi dei comuni che si affacciano sul lago di Bolsena. L’altra é l’incontro del 20 febbraio scorso in Prefettura, durante il quale il Prefetto ha dimostrato grande interesse e sensibilità al problema dell’inquinamento del fiume Marta». (agg. 03/03 ore 17)
UNA RELAZIONE SUI DEPURATORI E IL CONTRATTO DI FIUME. «Nel documento che porteremo all’attenzione del consiglio comunale – prosegue il consigliere comunale Silvano Olmi – ci sono, tra le altre, queste indicazioni: la richiesta alla Talete di una relazione sui depuratori che ha in gestione; l’intervento della Regione Lazio con progetti e finanziamenti, a favore dell’ammodernamento di tutti i depuratori; l’istituzione di un tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura; l’avvio della procedura per la stipula del ‘‘Contratto di Fiume’’, protocollo giuridico per la rigenerazione ambientale del bacino idrografico del Marta e del Mignone; il mantenimento del tavolo permanente con le associazioni e gli operatori turistici che, congiuntamente ad una commissione di esperti e di legali, quantifichi il reale danno economico e ambientale causato dal cattivo stato delle acque del mare e dei corsi d’acqua». (seapress)