Nel mese di maggio la città di Anzio approverà il Registro della Bigenitorialità. La notizia è stata confermata dal primo cittadino, Luciano Bruschini, a seguito dell’incontro avvenuto nella mattinata di giovedì 19 aprile in Comune con Massimiliano Gobbi, coordinatore nazionale Adiantum – Associazione di Aderenti Nazionali per la Tutela dei Minori e il consigliere comunale Valentina Salcedo.
In concreto, grazie a questo strumento, verrà definito un apposito regolamento allo scopo di favorire, mantenere e sviluppare una costante relazione del minore con entrambi i genitori separati, divorziati o con residenze diverse. Il Registro non avrà rilevanza ai fini anagrafici, tuttavia consente ad entrambi i genitori di legare la propria domiciliazione a quella del proprio figlio residente nel comune.
“La bigenitorialità – dichiara Massimiliano Gobbi – è un principio consolidato da tempo in altri ordinamenti europei ed è presente anche nella “Convenzione sui diritti dei fanciulli” sottoscritta a New York il 20.11.1989 e resa esecutiva in Italia con L. 176 del 1991. In Italia, la legge 54/2006, riconosce il principio della bigenitorialità attraverso l’affido condiviso, per i figli di coppie separate anche non sposate. Ad oggi però la bigenitorialità rimane quasi del tutto inapplicata nel suo significato più profondo e senza sufficienti tutele per il rispetto del suo stesso principio fondamentale ovvero il legittimo diritto dei figli a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori”.
“Nella pratica – dichiara il consigliere comunale Valentina Salcedo – verrà istituito un registro comunale nel quale, per ciascun minore, saranno indicati gli indirizzi del padre e della madre a prescindere dalla residenza effettiva del bambino. Questo per evitare che il genitore che non vive più a casa con il figlio sia escluso dalle comunicazioni importanti che lo riguardano e allo stesso tempo far sì che i bambini possano mantenere un rapporto costante con entrambi i genitori“.
Il coordinatore Adiantum ha specificato, inoltre, che questo registro permetterà di annotare formalmente anche la residenza o il domicilio del genitore non collocatario. Nella maggior parte delle separazioni, infatti, l’affido dei figli è condiviso, ma la loro collocazione prevalente sancisce anche la loro residenza legale. "Questo significa – conclude Gobbi – che le istituzioni dialogano unicamente con un genitore per tutto quello che riguarda i figli, salute e scuola, ad esempio. Il registro della bigenitorialità permette a entrambi di avere le medesime informazioni”.