di Cristiano Orsini
Il gioco d’azzardo è diventato una delle industrie più redditizie d’Italia anche grazie alla capacità di veicolare la propria immagine attraverso la pubblicità. Il tutto, nonostante il decreto dell’8 agosto 2017 abbia vietato gli spot relativi al gambling sulle tv generaliste nella fascia che va dalle 7 alle 22. Il ddl, di fatto, è una sorta di «contentino» alle associazioni antigambling, ma non riesce a frenare in alcun modo un fenomeno che ormai ha assunto proporzioni enormi. Le pubblicità, infatti, proseguono senza alcun tipo di problema su televisioni private regionali, pay tv, canali tematici, radio, giornali e internet.
Il successo del gioco d’azzardo sta nella sua capacità di assumere un linguaggio popolare, andando a colpire la psicologia del pubblico. Ogni pubblicità è un invito all’unione (celebre il «noi siamo membri della più grande piattaforma online» di Claudio Amendola per Bet365), alla sfida e alla gratificazione personale. Il gioco viene presentato come una sfida agonistica in cui l’obiettivo non è tanto quello di vincere soldi, quanto di dimostrarsi più intelligenti e scaltri degli altri. Non si fa mai alcun riferimento al fattore fortuna, ma sempre e solo alle capacità dell’individuo.
C’è poi un secondo aspetto che va considerato ed è quello prettamente ludico. Ogni pubblicità fa esplicito riferimento alla varietà di giochi che sono messi a disposizione, puntando proprio sul fatto che ogni giocatore abbia un proprio campo di interesse in cui si considera più bravo degli altri. Per spingerlo a giocare gli vengono forniti tutti gli strumenti idonei, dai demo ai bonus di benvenuto, in modo da permettere un primo approccio al gioco.
La «macchina organizzativa» delle case da gioco non ha, quindi, come obiettivo primario quello di catturare nuovi giocatori, ma, di implementare il flusso di gioco di ogni singolo gambler con offerte sempre più allettanti e sfide maggiori. Quanto viene speso in pubblicità dalle varie case di gambling? Stando ai dati riportati da AssiVip, nel 2016 (ultimo anno in cui sono stati diramati i numeri ufficiali), gli operatori del settore hanno speso 71,6 milioni di euro in pubblicità, con un incremento del 40% rispetto al 2015. Il settore dove sono stati concentrati maggiormente gli sforzi è quello delle scommesse sportive con un investimento di 34,2 milioni di euro, ed un aumento dell’80% rispetto al 2015. La spesa per sport in giochi numerici è invece aumentata del 65% per un totale di 12,7 milioni di euro di spesa. In lieve calo, invece, giochi online (11,7 milioni con un -3%) e poker online, (3,1 milioni con un -7%).
Per quel che riguarda gli altri mezzi di comunicazione, oltre alla televisione, la fa da padrona la radio che registra un aumento del 34%. Questo a testimonianza, sia del buono stato di salute del mezzo in sé, ma anche di come in questo particolare settore, la parola, più dell’immagine, riesca ad arrivare al pubblico a casa, stimolando fantasia e psicologia degli ascoltatori. Da notare che anche i quotidiani hanno avuto un incremento pubblicitario notevole in questo settore (+65,1%).
Gli investimenti pubblicitari, come si è visto, hanno un ritorno economico notevole. Del resto, non potrebbe essere diversamente in un paese composto per lo più da giocatori. Secondo gli ultimi dati disponibili sul gioco d’azzardo, risalenti al 2016, l’Italia è uno dei Paesi che spende di più per il gioco d’azzardo. Nell’anno preso sono stati infatti spesi 96 miliardi di euro. Per quel che riguarda i singoli settori, è il betting ad aver avuto il maggior incremento in termini di giocate (+22%) e, di conseguenza, di fatturato (+5,4%).
Analizzando i luoghi dove si gioca, si può notare un boom dei casinò online (+30%). questa tendenza è data dal cosiddetto mobile gambling, ovvero la possibilità di giocare direttamente dal proprio smartphone, in totale anonimato e in qualunque luogo ci si trovi. Secondo un’indagine stilata da Gamingreport.it, questo settore nel 2018 è destinato a raggiungere una fetta di mercato pari al 40% di quello globale. Il gambling è, dunque, un fenomeno destinato ancora a crescere, aumentando anche la fetta di pubblico a cui attualmente si rivolge.