Dopo i sacchetti anche gli imballaggi, le stoviglie monouso e recipienti usa e getta per alimenti finiscono nel mirino dell’Unione europea nel quadro di una nuova offensiva contro le plastiche inquinanti. La direttiva sulla riduzione dell’inquinamento da plastica, che la Commissione europea presenterà a fine maggio, prevede anche il costo dello smaltimento a carico del produttore, annunci sopra gli imballaggi sui pericoli dell’inquinamento da plastica e tappi dei contenitori di bevande che rimangono attaccati per non andare dispersi. La proposta concentra gli sforzi laddove sono maggiormente necessari, ossia sui principali prodotti in plastica monouso utilizzati nei confini comunitari, gli stessi che oggi costituiscono la parte più consistente dell’inquinamento di mari e coste.
La direttiva comunitaria prevede la messa al bando di piatti e bicchieri in plastica, cotton fioc, posate usa e getta, cannucce, bastoncini per mescolare le bevande e bastoncini dei palloncini gonfiabili. Questi prodotti, secondo Bruxelles, potranno essere sostituiti con altri di materiali diversi dalla plastica.
La Commissione, inoltre – spiega il Corriere della sera – vuole ridurre significativamente entro 6 anni l’utilizzo di recipienti rigidi per alimenti pronti al consumo, con o senza coperchio, e di bicchieri monouso. Gli Stati membri potranno fissare obiettivi di riduzione o imporre che non siano offerti gratis. La bozza del documento impone poi il principio della responsabilità estesa del produttore per lo smaltimento di una serie di oggetti: contenitori per cibo rigidi o flessibili, contenitori per bevande, bicchieri, sigarette con filtro, assorbenti, salviette umidificate, palloncini, sacchetti di plastica, reti da pesca.
Il produttore, in pratica, dovrà coprire il costo di raccolta, trasporto e trattamento di questi rifiuti. Alcuni prodotti dovranno portare sugli imballaggi informazioni sugli effetti negativi dei rifiuti di plastica, come avviene sulle sigarette: sarà il caso di assorbenti, salviette umidificate e palloncini. Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% è raccolta per essere riciclata. Nel mondo – si legge su National Geografic – le materie plastiche rappresentano l’85% dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e le tavole dei cittadini europei, con la presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti. Basandosi sui lavori precedenti della Commissione, la nuova strategia europea sulla plastica intende affrontare la questione in modo diretto. Un recente studio sulla presenza di plastica negli oceani – spiega il Post – ha inoltre rivelato che nemmeno i grandi abissi sono immuni all’inquinamento prodotto dall’attività umana. I ricercatori hanno infatti trovato tracce di rifiuti plastici a una profondità di quasi 11mila metri nella fossa delle Marianne.