domenica, Novembre 24, 2024

Barriera corallina a rischio per l’inquinamento

Negli ultimi 30mila anni la Grande Barriera Corallina è sopravvissuta a cinque ’eventi mortali’ legati al clima ma potrebbe non essere abbastanza resistente da riprendersi dal declino attuale. E’ quanto rivela uno studio internazionale della durata di 10 anni, pubblicato su Nature Geoscience Journal, il primo del suo genere a ricostruire l’evoluzione della barriera corallina in questo arco di tempo in risposta a cambiamenti ambientali importanti e improvvisi. Il reef, al largo della costa orientale australiana, è il più grande sistema di coralli del mondo, più grande dell’Italia, e uno degli ecosistemi più biodiversi del Pianeta con milioni di forme di vita marine. Negli ultimi anni, ha subito attacchi a causa di un’epidemia di stelle corona di spine, sedimentazione, degradazione della qualità dell’acqua, acidificazione degli oceani e massicci eventi di sbiancamento in sequenza nel 2016-17 che secondo gli scienziati hanno ’cotto’ parti della scogliera.
Secondo il nuovo studio, in passato la barriera si è adattata ai cambiamenti improvvisi nell’ambiente spostandosi attraverso il fondo del mare mentre gli oceani salivano e scendevano. E’ emerso che il reef è più resistente ai principali cambiamenti ambientali come l’innalzamento del livello del mare e il cambiamento della temperatura dell’acqua di quanto si pensasse in precedenza. Ma rimane aperta la questione – spiega Jody Webster, ricercatore e professore associato presso l’Università di Sydney – se la sua capacità di recupero sia sufficiente per sopravvivere all’attuale declino delle barriere coralline. "Nutro serie preoccupazioni sulla capacità della barriera corallina nella sua forma attuale di sopravvivere al ritmo del cambiamento causato dai molti stress presenti e del prossimo futuro", ha affermato. Lo studio – spiega in una nota l’ateneo – che va dal periodo precedente all’’Ultimo massimo glaciale’, circa 20.000 anni fa, quando i livelli del mare erano 118 metri sotto quelli attuali, fino alla comparsa della barriera corallina moderna circa 9000 anni fa, ha utilizzato dati provenienti da nuclei di scogli fossili in 16 siti a Cairns e Mackay nel Queensland. Secondo la ricerca, il reef ha subito cinque eventi mortali diffusi ma è stato in grado di ristabilirsi nel tempo grazie alla continuità degli habitat della scogliera con coralli e alghe coralline e alla capacità di migrare lateralmente tra 0,2 e 1,5 metri all’anno. Ma, secondo gli scienziati, è improbabile che la barriera corallina sopravviva agli attuali tassi di innalzamento della temperatura della superficie marina, alle forti diminuzioni nella copertura dei coralli, allo sbiancamento degli stessi anno dopo anno, al peggioramento della qualità dell’acqua e all’aumento del flusso di sedimenti dopo l’insediamento europeo. Precedenti studi hanno stabilito un aumento della temperatura superficiale del mare di un paio di gradi su una scala temporale di 10.000 anni, ma le previsioni attuali stimano un cambiamento di circa 0,7 gradi in un secolo, ha affermato Webster aggiungendo anche che il reef è stato particolarmente sensibile ai flussi di sedimenti in passato. "Ciò significa che, nell’attuale periodo, dobbiamo capire in che modo le dinamiche dell’industria primaria stanno influenzando l’input di sedimenti e la qualità dell’acqua nella barriera corallina", ha affermato. È una preoccupazione che gli ambientalisti hanno sollevato negli ultimi anni, poiché l’aumento della quantità di sedimenti, in gran parte dovuti ai pascoli e alla deforestazione, influenza la qualità dell’acqua e riduce la luce solare disponibile per i coralli. Gli scienziati dicono che questo determina gravi effetti a lungo termine sulla salute della barriera corallina, oltre a diminuire la sua capacità di resistenza ad affrontare altre pressioni come lo sbiancamento e l’acidificazione degli oceani.
Il reef è una delle maggiori attrazioni turistiche in Australia, generando circa 4,8 miliardi di dollari Usa (4,1 mld di euro) all’anno e fornendo oltre 64.000 posti di lavoro. Il governo australiano ha annunciato all’inizio di questo mese una spesa di circa 380 milioni di dollari americani per ripristinare e proteggere la barriera corallina nei prossimi anni, agendo anche sul miglioramento della qualità dell’acqua.

Redazione
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