236 candidati per 4 posti di consigliere d’amministrazione della Rai. E’ questa, la consistenza numerica del piccolo esercito di aspiranti all’incarico nel nuovo board di Viale Mazzini, il primo nominato con le norme del decreto legislativo del 31 luglio 2005. I curricula sono giunti a Camera e Senato, cui spetta l’elezione di due consiglieri a testa, con un numero leggermente sfalsato: 196 a Montecitorio, 169 al Senato di cui 129 inviati dagli stessi candidati che hanno presentato i propri requisiti alla Camera. L’arrivo delle candidature ai due rami del Parlamento è il primo passo verso il rinnovo del cda Rai, visto che quello attualmente in carica scadrà il 30 giugno, dopo l’approvazione del bilancio 2017. Tanti gli aspiranti consiglieri, tra giornalisti e veterani della tv, come Giovanni Minoli, Michele Santoro e l’ex direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce ma non solo. In lizza anche ex dirigenti di aziende di tlc, come Vincenzo Novari che è stato ad di 3Italia, o Lucia Calvosa nel board di Tim come indipendente fino al maggio scorso. Nella lista di chi ha inviato il suo curriculum spiccano anche i consiglieri Rai attuali, come Franco Siddi, Rita Borioni, Carlo Freccero e Arturo Diaconale. E ancora, tra gli esperti del settore tv e comunicazioni, la firma del ’Sole24Ore’ Marco Mele e Piero De Chiara, con un curriculum ricco di esperienze nelle tlc e da ultimo consulente dell’Agcom. Nella lista figura un attore e produttore tv, Francesco Siciliano, un ex dirigente di Telepiù (la prima tv a pagamento in Italia proposta da Canal plus) Emmanuel Gout, l’ex deputato Giorgio Lainati, l’ex ’Iena’ Dino Giarrusso. Sul fronte dei consumatori hanno inviato la propria candidatura Massimiliano Dona (Unc) e Carlo Rienzi (Codacons). E poi c’è Nunzia De Girolamo, ex deputata di Forza Italia ed ex ministro dell’Agricoltura. "Ho mandato il mio cv per il cda della Rai, perché mi è stato detto che le selezioni avverranno sul merito – ha detto De Girolamo ai microfoni di ’Un Giorno da Pecora -. Ho un dottorato di ricerca in economia aziendale e parlando di un’azienda di Stato, da rilanciare…".
Secondo la legge di riforma della Rai, varata dal governo Renzi, i componenti del Consiglio di amministrazione sono in totale sette: quattro di designazione della Camera e del Senato, eletti tra quanti presentano la propria candidatura nell’ambito di "una procedura pubblica di selezione", due che vengono designati dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia; uno nominato dall’assemblea dei dipendenti Rai tra coloro che sono in servizio da almeno tre anni consecutivi.
La legge di riforma introduce la figura dell’amministratore delegato che è nominato dal Cda dell’azienda su proposta dell’assemblea dei soci (il ministero dell’Economia), e rimane in carica tre anni. Il presidente della Rai è nominato dal Cda tra i suoi membri e deve avere il parere favorevole della Commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti. Al Cda è affidata l’approvazione del piano industriale e del piano editoriale, del preventivo di spesa annuale, degli investimenti di importo superiore a 10 milioni di euro, degli atti e dei contratti aziendali aventi carattere strategico.