E’ scontro tra Italia ed Europa sulla questione migranti. A sollevare la querelle la fumata nera a Bruxelles sullo stallo della Diciotti, la nave della Guardia costiera con a bordo 150 migranti ormeggiata da lunedì scorso al porto di Catania. La riunione dei rappresentanti degli stati della Ue – "un meeting informale, non un incontro in cui verranno prese decisioni ma in cui si cercheranno soluzioni" alla questione dei migranti, aveva sottolineato prima del vertice il portavoce della Commissione Europea – si è conclusa con un nulla di fatto che ha scatenato subito la dura reazione del governo italiano. Mentre il premier Giuseppe Conte ha parlato di "ipocrisia" delle istituzioni europee avvertendo che "l’Italia ne trarrà le conseguenze", fonti del Viminale hanno bollato la vicenda come "ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste" confermando che "dalla Diciotti non sbarca nessuno".
La chiusura della riunione europea fra gli sherpa di 12 paesi, fra cui l’Italia, senza una soluzione al caso della nave Diciotti ha provocato la reazione stizzita del governo giallo-verde che ha confermato la linea dura sui migranti. "Visto che l’Italia, negli ultimi anni, ha accolto 700mila cittadini stranieri, la linea del Viminale non cambia. Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto", hanno sostenuto fonti del dicastero, lamentando il fatto che il vertice di Bruxelles si sia "chiuso con un nulla di fatto. Ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste". Parole confermate anche dallo stesso titolare del Viminale Matteo Salvini: "Per quello che mi riguarda non sbarca nessuno. L’Italia ha già dato", ha detto il ministro dell’Interno, ospite di Zapping. Sulla stessa lunghezza d’onda il premier Giuseppe Conte. "L’Italia è costretta a prendere atto che l’Europa oggi ha perso una buona occasione – ha tuonato su Facebook il presidente del Consiglio -. Ancora una volta misuriamo la discrasia, che trascolora in ipocrisia, tra parole e fatti. Bene. Se questi sono i ’fatti’ – prosegue – vorrà dire che l’Italia ne trarrà le conseguenze".
Sul tavolo, però, c’è anche un’altra questione, ovvero l’ipotesi avanzata giovedì e ribadita ieri dal vicepremier Di Maio di bloccare il pagamento di 20 miliardi dovuti all’Ue in mancanza di collaborazione nella ridistribuzione dei migranti a bordo della Diciotti. "L’’Italia deve prendersi in maniera unilaterale una riparazione. Non abbiamo più intenzione di farci mettere i piedi in testa", ha tuonato il leader M5S in un post su Facebook. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dell’Interno Salvini: "Se in Europa fanno finta di non capire visto che l’Italia paga abbondantemente l’Europa, come hanno detto Conte e Di Maio, vuol dire che pagheremo meno – dice il vicepremier, ospite di Zapping – essere presi in giro per anni – rimarca – mi sembra eccessivo. Se i governi precedenti erano abituati a ingoiare, accogliere e pagare", ora non più. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, però frena: "Pagare i contributi è un dovere legale dei membri. Ci confronteremo su queste ed altre questioni". Interpellato sulla questione, il portavoce della Commissione Europea ha invece sostenuto che una cosa del genere "non è mai accaduta sinora", sottolineando inoltre che "in Europa le minacce non servono a niente".
Intanto a bordo della Diciotti la tensione sale. Ieri la maggior parte dei migranti ha rifiutato il cibo, attuando lo sciopero della fame. "Se finora l’emergenza sanitaria appare scongiurata, da un momento all’altro la situazione potrebbe precipitare perché le condizioni igieniche sono molto precarie", ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, salito a bordo della nave della Guardia costiera insieme a una delegazione della commissione Sanità di Palazzo dei Normanni. Già cinque i casi gravi di scabbia, 69 quelli presunti. Da 10 giorni 130 eritrei, 10 migranti delle Isole Comore, sei bengalesi, due siriani, un egiziano e un somalo dormono all’aperto, sdraiati su cartoni e con un grande telo verde sistemato sul ponte per proteggerli dal caldo e dal freddo. Due bagni chimici per 150 persone con una pompa per l’acqua corrente. Condizioni che il Garante per i diritti dei detenuti ha denunciato inviando un’informativa alle Procure che indagano sul caso. "E’ una situazione che mette anche l’Italia a rischio di una condanna in sede internazionale per trattamenti inumani" ha detto Daniela De Robert, capo delegazione dopo la visita alla nave.
Oggi il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, sarà a Roma per sentire alcuni funzionari del Viminale. Il fascicolo aperto dalla Procura della città dei templi per sequestro di persona e arresto illegale è a carico di ignoti e le stesse contestazioni potrebbero essere cambiate dagli inquirenti che devono accertare se la privazione della libertà personale dei profughi sia legittima e nel caso contrario individuare i responsabili della violazione. Sebbene fonti del Viminale abbiano precisato che "non è in programma alcun interrogatorio del ministro Salvini" il vicepremier leghista ha voluto inviare un messaggio al procuratore di Agrigento: "Interrogasse me – ha detto ai microfoni di ’Zapping’ su Radio 1 – andasse dal capo e non a interrogare o chiedere lumi a funzionari che svolgono direttive che gli dà il responsabile del ministero, che sono io".