Plastiche e microplastiche sempre più all’attacco del Mediterraneo. Secondo Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, nei suoi fondali si troverebbero sino a 100mila frammenti di varie dimensioni di plastica per chilometro quadrato. Un dato che, come riportato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sale a 1,2 milioni per chilometro quadrato se consideriamo anche le microplastiche. I dati sono stati ricordati nel corso della conferenza stampa relativa all’installazione del Seabin a Marina dei Cesari di Fano, dispositivo rientrante tra gli strumenti adottati dal progetto #PlasticLess promosso da LifeGate e sostenuto da Whirlpool Emea.
#PlasticLess appare un progetto sempre più necessario per combattere l’esorbitante quantità di plastica nel Mar Mediterraneo, dove il quadro della situazione relativa all’inquinamento appare sempre più grave. Le microplastiche, frammenti del diametro inferiore ai 5 millimetri, sono sempre più diffuse, si attaccano alle alghe e, scambiate per cibo, vengono ingerite dai pesci. La loro concentrazione nel Mediterraneo è tra le più alte registrate al mondo. In generale, ogni giorno il Mediterraneo è costretto ad accogliere 731 tonnellate di rifiuti in plastica, che potrebbero raddoppiare entro il 2025. L’Italia, con 90 tonnellate prodotte, rappresenta il terzo Paese più inquinante dell’area.