domenica, Novembre 24, 2024

L’acqua pubblica non si tocca, primo round vinto martedì ora tocca alla Giunta Regionale

Consiglieri regionali, consiglieri comunali, Sindaci. Schieramenti politici differenti ma con un obiettivo comune: dire no alla privatizzazione del servizio idrico. E martedì la battaglia è stata vinta. Le Commissioni regionali Tutela del Territorio e Agricoltura e Ambiente (le uniche due competenti in materia di sistema idrico integrato) hanno detto sì alla richiesta avanzata dai 18 coraggiosi, guidati dal Comune di Ladispoli: evitare il passaggio all’Ato fino a quando il Governo non approverà la nuova legge sull’acqua.

Un primo round vinto martedì, a seguito di un’attività iniziata già con l’approvazione in primis a Ladispoli e successivamente, proprio come in un domino, in tutti gli altri 17 Comuni interessati, di una mozione che andava proprio in tal senso. Fare fronte comune per opporsi alla decisione della Pisana. Recentemente infatti, la Regione Lazio aveva provato ad accelerare l’ingresso dei ”dissidenti” nell’Ato inviando una serie di lettere ai Comuni interessati con le quali si intimava la cessione del servizio idrico. Pena il commissariamento. A cominciare proprio dal comune di Ladispoli è stato immediatamente chiesto un incontro alla Regione con l’obiettivo di trovare una soluzione alternativa alla cessione del servizio. All’iniziativa, successivamente si erano uniti anche gli altri comuni, come ad esempio Montalto di Castro che ad oggi sta resistendo alla cessione delle reti alla Talete (Ato1) e altri comuni appartenenti all’Ambito Territoriale Ottimale del Comune di Ladispoli (Ato2). Nell’audizione di martedì a commissioni congiunte, voluto dal consigliere regionale Roberta Angelilli, il delegato alle risorse idriche di Ladispoli, Filippo Moretti, in prima fila in questa battaglia e relatore per i comuni presenti, ha più volte illustrato, con una serie di interventi, come sarebbe paradossale, oggi, per questi comuni confluire negli Ato di competenza, quando già entro la fine del prossimo mese il Governo dovrebbe approvare la nuova legge sull’acqua che di fatto darebbe ragione a tutti quei comuni che, proprio come quello di Ladispoli, si stanno opponendo con forza alla cessione del servizio. Da qui la richiesta di una moratoria nell’applicazione «dell’incomprensibile obbligo previsto dalla legge vigente che ci porterebbe sotto la gestione degli attuali ambiti, in attesa dell’approvazione delle preannunciate nuove disposizioni legislative». Richiesta che le Commissioni hanno accolto senza alcun indugio, unanimemente e senza distinzione di colore politico. Anzi, una delle possibilità avanzate da alcuni componenti delle due commissioni regionali, è quella di puntare a una sospensione delle lettere inviate dalla Regione Lazio ai Comuni. In entrambe le soluzioni, comunque, i Comuni potrebbero finalmente tirare un sospiro di sollievo. Un importante ruolo è stato giocato anche dai consiglieri di Ladispoli Luca Quintavalle, Giuseppe Loddo, Federico Ascani ed Eugenio Trani presenti all’incontro, e da tutti gli altri che hanno voluto sensibilizzare i loro riferimenti regionali al sostegno della richiesta in discussione. La parola, però, ora dovrà passare alla Giunta Regionale, l’unica in grado di liberare definitivamente da questa spada di Damocle le amministrazioni comunali. Proprio per questo motivo, «stiamo continuando a lavorare per portare all’attenzione delle due Commissioni un documento che sarà preso in esame già la prossima settimana e che poi sarà inviato alla Giunta regionale». A dirlo è stato il delegato alle risorse idriche del Comune di Ladispoli Filippo Moretti, sin dal primo giorno a lavoro per scongiurare il passaggio del servizio idrico cittadino nelle mani di Acea Ato2. Lo stesso Moretti, ancor prima dell’invio da parte della Pisana dell’ultimatum aveva puntato i riflettori sulla nuova legge regionale che andava a ridisegnare gli ambito territoriali, dando la possibilità ai Comuni di uno stesso bacino idrogeografico di fare sistema per la gestione del servizio idrico locale. Ora, però, bisognerà, appunto attendere di conoscere il verdetto definitivo della Giunta Zingaretti.

Redazione
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