Al summit di Palermo sulla Libia “mi aspetto che Haftar ci sia. La sua visione non è coincidente con quella di Sarraj”, ma “ciò non significa che sia esclusa la possibilità di un compromesso”. Lo dice il premier Conte in un’intervista su La Stampa in cui sottolinea la “determinazione dell’Italia a fare di Palermo un momento cruciale della stabilizzazione della Libia”. “L’Italia ha la responsabilità e la capacità di svolgere questo ruolo”, ha aggiunto. Al netto delle parole del Presidente del Consiglio Conte, che professa ottimismo, dalla Libia e soprattutto dalla Germania arrivano, invece, notizie decisamente negative. La Cancelliera Merkel diserterà il super vertice e poco meno di 24 ore dall’inizio dei lavori, ambienti dell’autoproclamato Esercito nazionale libico hanno fatto sapere che il loro capo diserterà il summit perché non vuole sedere al tavolo con i rappresentanti del Qatar e di una fazione, il Libyan Fighting Group, secondo Haftar “legata ad Al Qaeda”. Poi nella mattinata di lunedì si è aperto uno spiraglio Haftar ci sarà, ma solo per incontri di suo gradimento. Fonti vicine ad Haftar hanno anche rilanciato dapprima dal media libico Address Journal e in seguito, tramite la France Presse, dall’autorevole sito egiziano Al Ahram e da Al Arabiya – la notizia che Conte in giornata sarebbe volato a Bengasi: una visita lampo, si legge nella ricostruzione, per discutere con Haftar “gli ultimi sviluppi sulla conferenza di Palermo”. Poi si è invece appreso che a Bengasi sarebbero arrivati solo alti funzionari della Farnesina per cercare di formulare una prima proposta negoziale ai rais.
per un ripensamento del generale proseguono.
Per settimane la diplomazia italiana, ma anche i russi e gli americani, hanno cercato di convincere Haftar ad andare al summit. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero lo ha incontrato a Bengasi, lo stesso generale è stato ricevuto a Roma dal premier Giuseppe Conte. Sembrava che la riserva fosse stata sciolta, ma poi è cominciato il balletto dei distinguo, veline fatte filtrare dall’entourage del generale sui suoi dubbi: in particolare, che il formato della conferenza fosse sbilanciato verso la componente islamista dentro e fuori la Libia, legata alla Fratellanza Musulmana, a cominciare dai rappresentanti di Tripoli. La componente dei Fratelli Musulmani è invisa anche al presidente egiziano al Sisi, principale sponsor arabo di Haftar, e questo elemento potrebbe spiegare perché dal Cairo non è stato ancora chiarito a che livello l’Egitto sarà rappresentato a Palermo.
La probabile assenza di Haftar alla conferenza sulla Libia ha scatenato le proteste delle opposizioni a Roma: “Vertice inutile”, “ennesima figuraccia”, è il coro unanime che arriva da Pd, Forza Italia, Fdi. Mentre Leu esprime preoccupazione per le insinuazioni del generale sulla presenza a Palermo di esponenti filo-Al Qaeda.