Il problema non è 2,2 o 2,4%, ma la tenuta del patto economico generale: stiamo aspettando gli approfondimenti da parte della Ragioneria e del Mef e dopo faremo le nostre valutazioni,
C’è stato modo di scambiare opinioni con Merkel, Macron e altri, il clima si conferma buono, c’è fiducia reciproca, confidiamo di poter completare il percorso con reciproca soddisfazione”, ha detto il premier Giuseppe Conte al termine del vertice europeo sulla Brexit. Conte ha inoltre sottolineato che con il Presidente della Commissione Juncker “c’è stato un clima molto sereno, di confronto, c’è un dialogo aperto. Non abbiamo parlato di saldi finali”, ha replicato il premier a chi gli chiedeva se si fosse discusso di numeri della manovra ma piuttosto delle “nostre riforme e del nostro piano, stiamo rivoluzionando il Paese”.
“Come abbiamo detto il tema non sono i numeri ma i cittadini, gli obiettivi che ci siamo dati: quota 100 e il reddito di cittadinanza e i rimborsi ai truffati per le banche e il pacchetto imprese, sono misure da cui non possiamo prescindere”. Lo ha ribadito il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Radicale. “Se poi all’interno della contrattazione deve diminuire il deficit non è importante, importante che non sia abbassi la platea che riceve quelle misure”.
Poi Salvini che puntualizza come il 2,4% del rapporto deficit/Pil scritto nella Manovra non sia intoccabile. Il vicepremier lo ha voluto puntualizzare: “Nessuno sia attaccato a quello, se c’è una Manovra che fa crescere il Paese può essere il 2,2% o il 2,6%. Non è un problema di decimali, ma di serietà e concretezza. A noi – ha aggiunto Salvini – interessa che il Paese cresca e che gli italiani lavorino, perché se più italiani lavorano il debito scende. E mi lasci dire che con Conte e Di Maio in questi cinque mesi ho lavorato più che bene. Tra persone concrete di buonsenso l’accordo l’abbiamo sempre trovato e lo troveremo anche questa volta”.