L’Associazione Nazionale Magistrati registra, “ancora una volta, commenti sprezzanti verso una decisione giudiziaria, disancorati da qualsiasi riferimento ai suoi contenuti tecnico-giuridici, che rischiano di alimentare un clima di odio e di avversione, come dimostrato dai numerosi post contenenti insulti e minacce nei confronti del Gip di Agrigento pubblicati nelle ultime ore”, dopo che non è stato convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch, escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra. “Quando un provvedimento risulta sgradito al ministro dell’Interno – spiega con una nota la Giunta Esecutiva Centrale dell’Anm – scatta immediatamente l’accusa al magistrato di fare politica”. “Appare poi estremamente grave – sottolinea ancora l’Associazione Nazionale Magistrati – la prospettazione di una riforma della giustizia finalizzata a selezionare i magistrati, in modo che assumano esclusivamente decisioni gradite alla maggioranza politica del momento”. I giudici, nei tribunali e nelle corti, “applicano le leggi interpretandole secondo la Costituzione e le norme sovranazionali. Questo è il loro dovere in uno Stato di diritto e in una democrazia liberale e – conclude la nota – costituisce ineludibile garanzia per la tutela dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini”. “Urge riformare la giustizia, selezionare e promuovere chi la amministra in Italia e cambiare i criteri di assunzione – scrive poi il vicepremier Salvini in un tweet dedicato alla mancata convalida dell’arresto di Carola Rackete -, perché questa non è la giustizia che serve a un Paese che vuole crescere”.