L’applicazione, elaborata nell’ambito del progetto europeo “Etruscanning”, finalizzato alla sperimentazione di tecnologie innovative per la documentazione digitalizzata e la comunicazione di contesti funerari etruschi, consente ai visitatori di “entrare” nella tomba e di “toccare” gli oggetti del corredo. A partire dai rilievi 3D con scanner laser, la tomba, risalente al VII secolo a. C., è stata ricostruita filologicamente, così come tutti gli oggetti dello straordinario corredo funerario (fra cui gioielli, vasi, arredi in bronzo e ceramiche), virtualmente restaurati e ricollocati nel luogo da cui sono stati tolti duecento anni fa per essere esposti in un museo.
L’applicazione è stata sviluppata da un team internazionale, di cui fanno parte l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Cnr (ItabcCnr), il Museo Archeologico di Amsterdam e quelli di Leiden e Tongeren, in partnership con i Musei Vaticani e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale. L’obiettivo è di far rivivere al pubblico il momento irripetibile della scoperta di quella tomba ancora intatta, ritrovata nel 1836 dall’arciprete Alessandro Regolini e dal generale Vincenzo Galassi.