Capaci di sopravvivere per più di mille anni sul Pianeta, si sono dimostrati più sapienti dell’uomo, dimostrando che non siamo i soli a saper risolvere i problemi della vita. Agli alberi più “straordinari”, i grandi vecchi, gli ultimi patriarchi di una nazione che ha il primato in Europa per la sua biodiversità, è dedicato un volume fotografico curato dall’associazione Patriarchi della Natura in Italia. Edito da Pearson con il sostegno della Fondazione Bracco, il libro racconta la storia di un’ottantina di loro, da Nord a Sud. Non sono necessariamente i più antichi, ma sono ritenuti i più straordinari in virtù della loro unicità e rarità. Nella mappa, una sorta di guida per i viaggiatori, ci sono i platani di Milano, tra tutti dei giovincelli con i loro 200 anni di età, il millenario olivo di Manduria ‘Il Barone’, il carrubo di Polignano (Bari), il Magico Ciliegio di Besana in Brianza, che ha anche una pagina Facebook e, ancora, il leggendario Castagno dei cento cavalli di sant’Alfio in Sicilia, una vera locanda arborea, che fu, narra la leggenda, rifugio per la regina Giovanna D’Angiò e i suoi cento cavalieri. Tra i patriarchi più noti, con i suoi 2mila anni e più, è considerato il castagno più vecchio del mondo e la pianta più antica d’Europa. Chi li considera non solo fondamentali per l’ambiente, ma preziosi per quello che possono raccontare dell’uomo e del suo passato è Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama mondiale, autore de ‘La nazione delle Piante’. Lo scienziato pone l’accento sulla loro intelligenza di esseri viventi, dotati di apprendimento e memoria. “La vita media di una specie, sul Pianeta Terra, è cinque milioni di anni. Le conifere sono qua da centinaia di milioni di anni, l’uomo è qui da 300mila anni e non credo che in molti scommetterebbero su una sua sopravvivenza di altri mille o al massimo 10mila anni”. Il loro ruolo non è solo quello di assorbire anidride carbonica. Gli alberi possono risolvere problemi scientifici, perché registrano ogni cambiamento climatico: con la dendrocronologia, lo studio degli anelli all’interno dei tronchi, si sono risolti anche dilemmi storici. Le querce, ad esempio, pochi anni fa hanno spiegato perché nel 1241 l’esercito di Gengis Kahn fece dietrofront dall’Europa dopo una campagna vittoriosa: gli anelli degli alberi hanno suggerito che quell’anno, straordinariamente freddo e piovoso, mise in crisi la cavalleria. Di fronte all’emergenza ambientale, il cambiamento climatico che minaccia il futuro del pianeta, l’impegno dell’Associazione Patriarchi della Natura in Italia è quello di far comprendere l’impatto e la ricchezza delle altre forme di vita, prima di tutto le piante, da cui dipende la sopravvivenza dell’essere umano. Il volume ‘Alberi straordinari d’Italia’ condensa trent’anni di ricerche dell’associazione che hanno portato al censimento nel nostro paese di circa 13mila alberi secolari, plurisecolari, millenari. “Ricordiamoci – osserva il presidente dell’associazione, Sergio Guidi – che gli alberi vivrebbero benissimo senza di noi, ma noi senza gli alberi non potremmo vivere”.