La risposta italiana contro la crisi climatica: il Manifesto di Assisi, presentato oggi nel Salone Papale del Sacro Convento di Assisi, ha già raccolto oltre 2.000 adesioni, tra rappresentanti di istituzioni, mondo economico, politico, religioso e della cultura, tra cui quella del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Ritrovando le radici profonde della sua cultura solidale – dice il premier Conte nel suo intervento – l’Italia può essere avanguardia nella promozione di un modello di sviluppo integrale e sostenibile, in grado di riannodare i legami tra le comunità produttive, valorizzando l’artigianato e il commercio, sostenendo la piccola industria sempre più inserita nelle catene del valore globali e ricomponendo le filiere interne nelle quali grande, media e piccola industria possono godere di vantaggi reciproci. Si tratta di un’impronta tutta italiana allo sviluppo che, nonostante le difficoltà che caratterizzano il quadro economico e che non possiamo tacere, ci consente di godere di primati importanti anche nel campo della sostenibilità ambientale”. Il Manifesto di Assisi (che ha tra i promotori il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, il Custode del Sacro Convento di Assisi padre Mauro Gambetti, il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, l’amministratore delegato Enel Francesco Starace e l’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli), afferma che “affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”, si legge nel testo. “Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050 – continua il testo – Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila”. Ricordando le eccellenze italiane, industriale e artigianali, nel campo dell’economia circolare e sostenibile e la competitività delle imprese della green economy, per il manifesto “la sfida della crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore”. E sottolinea la necessità di una giusta transizione: “Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo, civile, gentile”.