Con dolore abbiamo appreso la notizia della morte dell’amico, Francesco Strangio. E’ una perdita incolmabile per l’editoria del Lazio e non solo. Anche se da tempo si era sfilato da questa attività che per lui era stata di primaria importanza, di fatto non l’aveva mai lasciata del tutto. Il suo interesse per quanto accadeva nel panorama della stampa locale era sempre attento e continuo ed era sempre disponibile a consigli che risultavano quelli di un uomo che quel mondo lo aveva vissuto dal gradino più basso a quello più alto. Ci eravamo visti pochi giorni fa, poco prima che l’emergenza del Coronavirus aveva interrotto la circolazione stradale. Ci eravamo sentiti ed avevamo ragionato insieme di quel che accadeva nei territori che in questa ultima fase della sua vita, più conosceva. Era impegnato in una attività importante, come quella dell’organizzazione di eventi fieristici, che lo portava ad essere in contatto quotidianamente con il mondo dell’impresa, delle istituzioni e delle rappresentanze sindacali e datoriali. Molte volte ci siamo confrontati, e spesso, quasi sempre ci siamo trovati d’accordo. A Francesco va tutta la nostra riconoscenza per quello che ci ha lasciato. Quando una persona cara ci lascia, il tempo per dimenticarla non esiste. Resta lì fissa nei ricordi passati e recenti. Alla moglie, ai figli ed ai parenti tutti l’abbraccio e le condoglianze più sentite della nostra Redazione.
Abbiamo preso, per ricordarlo ancora di più, e siamo certi di non fare cosa sgradita a nessuno, il pezzo che forse riesce di più a ricostruire la vita di questo straordinario amico e compagno di viaggio, quello scritto da un altro amico, Daniele Flavi per Frosinone Today.
“E’ morto il principe dell’editoria locale, così era stato definito dai colleghi giornalisti Francesco (Franco per gli amici) Strangio 68 anni per un banale incidente “domestico”, ovvero per una caduta da una pianta alla quale stava potando i rami mentre era nella sua seconda casa di campagna a Ceprano (Frosinone), in questi tristi giorni di emergenza sanitaria per il Coronavirus.
È stato colui che ha affiancato la nascita dei giornali Ciociaria Oggi e Latina Oggi fondati da Giuseppe Ciarrapico, su consiglio di Giulio Andreotti, colui al quale era stata affidata la direzione dal conte Paolo Brunori (fatalità nel giro di un anno sono morti tutti e tre questi protagonisti dell’editoria locale). Successivamente insieme al direttore Umberto Celani che si era staccato da Ciociaria Oggi e all’industriale Zeppieri aveva fatto nascere anche La Provincia Quotidiano, in seguito aveva dato vita anche al primo free press delle zone a sud di Roma Cinque Giorni che aveva la redazione a Colleferro e poi al settimanale gratuito La Città Metropolitana sempre con l’intento di valorizzare le notizie della sua amata provincia
Nato a Reggio Calabria, si era trasferito a Roma, dove da giovanissimo era entrato come fattorino alla SPE, Società Pubblicità Editoriale, ed all’interno di questa ha fatto tutti i vari passaggi fino ad arrivare a dirigente per le sue capacità organizzative. Era stato anche in Sardegna quando la SPE prese la concessione dell’Unione Sarda poi con la nascita di Ciociaria Oggi e Latina Oggi e dopo l’incontro con l’editore in poco tempo mise su una rete commerciale sul territorio della provincia ciociara senza uguali.
Amico di famiglia, con mio Padre Giancarlo, oltre quaranta anni fa agli inizi del 1979-80 fondarono il giornale di inserzioni gratuite “il Baratto” che si stampava alla tipografia di Via Paisiello a Roma, sotto un enorme palazzo nella tipografia Rossi, in pratica il precursore di Porta Portese. Dopo i giornali per quali non è venuta meno mai la passione, Francesco Strangio da vero imprenditore negli ultimi anni si era dedicato al settore fieristico e credeva moltissimo nel settore agricolo e per tre anni ha organizzato Agralia alla Fiera di Sora.
Inizialmente viveva a Guidonia, dove era sposato con la prima moglie e con un figlio impiegato alla Regione Lazio, poi si trasferì a Frosinone dopo aver conosciuto la signora Annalisa e dal loro incontro nacque il figlio Nicolò. Francesco Strangio è stata una persona sempre disponibile e sempre pronta ad ascoltare gli altri. Si era innamorato di una ciociara e della Ciociaria tanto d’aver scelto di vivere la sua seconda vita a Ceprano, in campagna dove aveva anche un pezzo di terreno con alcune piante di frutta e proprio da una di queste è arrivata la drammatica caduta che lo ha ridotto in fin di vita. Una vita nella quale aveva già dovuto superare altre difficili “battaglie” dal punto di vista della salute.
I funerali durante questo periodo non si possono celebrare. La sua salma riposerà in pace a Rocca D’Arce, dove insieme alla famiglia andava spesso in estate alla frescura di quel paese dove conosceva tutti e proprio qui aveva sempre espresso il parere di essere sepolto. Ciao Francesco, guidaci dall’alto”.
Daniele Flavi
Tratto da Frosinone Today