Quattro persone di nazionalità cinese, tutti amministratori legali delle società cui sono riconducibili i depositi, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria di Roma. Ormai ci sono articoli per ogni tipo di festività o ricorrenza. Luminarie a fine anno, orologi e occhiali da sole per l’estate in spiaggia, articoli di cancelleria per il primo giorno di scuola e ora abiti e maschere per il carnevale. Unico comune denominatore di questi articoli la non conformità al marchio “CE” ed agli standard di sicurezza. L’obiettivo era quello di invadere il Carnevale romano, offrendo alle tante famiglie che, in tempi di crisi, cercano di fare divertire i propri figli “facendo quadrare i conti”, prodotti non conformi agli standard di sicurezza. Alcuni campioni della merce sequestrata sono stati inviati all’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio per l’analisi le dovute analisi. Gli esami hanno evidenziato la presenza, nella composizione delle maschere, di quantità elevate di “Cicloesanone”, composto infiammabile e nocivo per inalazione, oltre che irritante per le mucose, le vie respiratorie superiori, gli occhi e della cute. Come accade per qualsiasi prodotto contraffatto non conforme agli standard di sicurezza anche in questo caso a rimetterci sarebbero stati i consumatori. In un altro capannone, questa volta situato a Fiano Romano, sono state scoperte 45.000 calzature con i loghi contraffatti “HOGAN”, “NIKE” ed “ADIDAS”, tutte di ottima fattura ed esteticamente perfette.L’operazione è iniziata sull’autostrada Milano-Roma, dove le Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino hanno intercettato un convoglio, composto da un autoarticolato con targa bulgara e da un’autovettura di staffetta, che viaggiava verso sud. I mezzi – seguiti a debita distanza – dopo essere usciti dal casello di Fiano Romano hanno raggiunto un immenso capannone industriale ove alcuni gregari dell’organizzazione hanno immediatamente iniziato lo scarico dei colli. Dopo essere entrati in azione, i militari hanno scoperto che, sia nell’automezzo sia nel deposito, erano contenute scarpe con i marchi delle più note griffe contraffatte – “Hogan Interactive”, “Nike Blazer” ed “Adidas Trainer 2” – tutte di ottima fattura ed in grado di ingannare anche l’occhio più esperto. Il deposito era stato perfettamente organizzato, nel rigoroso rispetto dei dettami della logistica, sicché la merce risultava stoccata con cura e criterio. Dai primi accertamenti è emerso che la partita, spedita dal sud-est Asiatico, aveva raggiunto la Capitale passando da Sofia e che, dopo essere stata consegnata ad un magrebino trapiantato da anni in Italia ed esperto del “settore”, sarebbe stata distribuita, in poche ore, alla fitta rete di dettaglianti ambulanti, per lo più senegalesi, per essere smerciata sul mercato romano. Sia il nord africano destinatario della merce che l’italiano proprietario del capannone sono stati denunciati a piede libero all’Autorità Giudiziaria, per i reati di importazione e deposito di merce contraffatta, nonché ricettazione Laddove immessa sul mercato, la merce sequestrata avrebbe fruttato all’organizzazione oltre un milione di euro. Per l’ennesima volta, la domanda da porre è se valga effettivamente la pena di barattare salute per un risparmio di alcuni euro e, per l’ennesima volta, la risposta è contenuta nelle poche, scarse, chiare righe degli esami di laboratorio. Dall’inizio dell’anno sono già oltre 150 gli interventi condotti dalle Fiamme Gialle capitoline che, complessivamente, hanno permesso di sequestrare oltre tre milioni di articoli, contraffatti e/o pericolosi, e denunciare 66 persone.